l'orto a scuola

l'orto a scuola

mercoledì 19 dicembre 2012

Stimolazione Basale®- un'esperienza nella scuola

Questo progetto è stato illustrato al Convegno nazionale 'Inclusione e integrazione scolastica' della Libera università di Bolzano il 12-13 aprile 2013


'Costruiamo insieme una scuola inclusiva per tutti e per ciascuno'


 PREMESSAxag03895.gif
Lavoro come educatore professionale in vari ambiti del disagio sociale da molti anni (circa 20). 
Da 10 anni lavoro nella scuola, accompagno ragazzi con disabilità nell'inserimento scolastico.
Tra le varie esperienze professionali, che ho avuto la fortuna di vivere, il lavoro a scuola è il mio Grande Amore, la Passione che mi fa vivere ogni giorno con entusiasmo e voglia di conoscere, di mettermi in gioco, senza dimenticare mai che si tratta di una PROFESSIONE. Come tale ne sento la responsabilità, ma anche la dignità di un lavoro spesso non conosciuto e valorizzato come dovrebbe.
Ricordo e ringrazio sinceramente tutti i ragazzi che ho accompagnato in questi anni: sono per me dei Grandi Maestri, li stimo e li amo con tutto il cuore.



Sabato 16 febbraio 2013
 Una giornata indimenticabile
Conoscere il prof. Frohlich mi ha fatto capire il perchè la Stimolazione B., come  approccio educativo, sia così ricca di significati, valori, UMANITA', RISPETTO.
Dà risposte concrete di benessere e di evoluzione (ma non solo) a tutte le Persone che in questa società sono spesso emarginate, dimenticate, non considerate.. e non hanno i mezzi per farsi sentire, considerare.
I contenuti della conferenza e il Suo modo di presentarli sono stati non solo  molto interessanti, ma APPASSIONANTI.
Un Grazie Sincero
 e i complimenti a tutti gli organizzatori della 'Casa del Sole' per l'accoglienza e l' ottima organizzazione della giornata.
 
Ho frequentato da poco (ottobre 2012) un corso introduttivo all'approccio educativo della Stimolazione Basale®.
(dedico questo post al dott. Luca Scarpari..una passione contagiosa). 
 
Attraverso i contenuti appresi e le emozioni provate nello scoprire questo approccio, mi sono molto appassionata: è nata in me la voglia di approfondire e sperimentare.
Ciò che però mi ha colpita maggiormente è che il primo giorno di rientro a scuola, dopo il primo incontro, mi sono sentita diversa, con un atteggiamento diverso.
Ho provato sulla mia pelle cosa significa 'venir toccati' in un modo piuttosto che in un altro e mi sono resa conto di quanto, anche un piccolo gesto, possa fare la differenza, quando si accompagna una persona con pluridisabilità grave.
Penso che sia ora di finirla di chiedersi 'Cosa posso fargli fare?', ma iniziare a porsi attraverso questa riflessione: 'Cosa possiamo vivere insieme, affinchè la sua esperienza scolastica sia crescita, evoluzione, benessere?'.
La stimolazione basale mi sta dando molte risposte e anche molte soddisfazioni, anche se ci tengo a sottolineare che le mie conoscenze e la mia esperienza sono ancora in fase embrionale.
Non ho la pretesa di 'insegnare nulla' ma solo di comunicare la mia esperienza,
con la voglia di crescere e imparare sempre di più.
sito di riferimento: www.basale-stimulation.de





Quando una mano spesso chiusa a pugno e sempre gelida, comincia ad aprirsi da sola, a muoversi, a scaldarsi e a cambiare colore.....NON PUOI NON CREDERCI.
Quando l'espressione di un viso spesso serio e corrucciato cambia, il viso è più disteso, sereno, sorridente e soddisfatto....NON PUOI NON CREDERCI.




Cos'è la Stimolazione Basale?

La Stimolazione B. è un approccio educativo per persone con disabilità psicofisica grave, ma non solo. Si tratta di una filosofia pedagogica nata in Germania circa 40 anni fa, grazie al Prof. Andreas Frohlich. La SB è un concetto in continua evoluzione, nato dall'impegno e lo studio di un' equipe multidisciplinare, che ha preso in considerazione prima di tutto l'Anima della persona con disabilità grave e i suoi diritti e bisogni reali.


Rifletto....
Chi non può usare le mani, non le sente. Chi non ha il controllo del proprio corpo, non lo sente.
Percepiamo il nostro corpo attraverso il movimento, ma chi non può muoversi, per vari motivi, non lo percepisce.

Aiutare una persona a percepire il proprio corpo è fondamentale per la sua esistenza. Ci sentiamo esistere solo attraverso il nostro corpo, attraverso ciò che sentiamo.

Questo vale anche per i neonati. Hanno bisogno di essere toccati, abbracciati, stimolati, perchè solo così prendono contatto con la vita e solo così si sentono amati e accolti.
In certi reparti per prematuri si aiuta i bambini con il massaggio indiano: si nota che i bambini crescono più sani e più velocemente.

Si chiama Stimolazione somatica primaria il contatto diretto attraverso il tocco.
Possiamo usare un po' di crema idratante per facilitare i movimenti e ad es. stimolare la mano dal polso verso le dita. Ciò aiuta a rilassare la mano, a percepirla, e anche a muoverla autonomamente.

Attraverso materiali sensoriali di vario tipo possiamo aiutare la percezione di ogni parte del corpo. L'esempio della mano è il più immediato, ma attraverso la stimolazione basale possiamo affrontare varie difficoltà. Ad esempio, per le persone con autismo questo approccio è molto importante, perchè rispettoso della sfera di paura e diffidenza che  vivono verso il contatto fisico (interessante per il benessere che dà).


I 'pezzetti' colorati di mais sono molto adatti per attività di stimolazione soprattutto per chi ha spesso le mani fredde. Si tratta di un materiale naturale, morbido e caldo che dà una sensazione molto piacevole.



Anche il riso soffiato è molto gradevole e di grande efficacia.

La stimolazione b. è sostenere fortemente, con coscienza e professionalità, chi non ha i mezzi per farlo, a rivendicare il DIRITTO ALL'ESISTENZA.
Non so se si tratta di una definizione corretta, ma sento che può essere una definizione, che dà senso a quello che sto sperimentando.
Questa definizione 'mi è nata' ripensando ad un giorno dell'estate scorsa.
Ero in riva al mare, osservavo una famiglia poco distante, che stava trascorrendo la giornata in spiaggia come me: I nonni, la mamma e un figlio disabile grave (non so che età potesse avere, è impossibile dare un'età a chi come loro vive senza tempo; il tempo è un problema nostro, a cui loro si adattano).
Mi hanno affascinato, perchè erano molto sereni e perfettamente organizzati: ognuno sosteneva gli altri, con i propri compiti, con dei ritmi ben precisi.
E' stato molto bello il momento del bagno con il nonno (l'unico abbastanza forte per poterlo sollevare) e alla fine la mamma si è seduta sul bagnoasciuga, il nonno le ha adagiato il ragazzo in grembo nella posizione Jonas.. Ogni volta che arrivava l'onda urlavano di gioia, ma non si trattava solo di un gioco, vivevano una forte intimità, un legame unico. In quel momento quella madre lo ridava alla luce e lui, grazie alla carezza dell'acqua e all'amore della madre urlava a tutti:" Ci sono!! Esisto!!Sono al mondo esattamente come voi, che camminate lungomare con il muso lungo e vi lamentate di ciò che per me è soltanto un miraggio.
Sto al mondo esattamente come voi che vi girate dall'altra parte quando mi incontrate, perchè la mia fisicità vi disturba."
Mi hanno insegnato molto, avrei voluto conoscerli, ma mi sembrava di invadere il loro mondo avvicinandomi. Ho provato molto rispetto e stima per quella famiglia e li ringrazio.
Ora, ripensandoci, quell'acqua era il mezzo 'di stimolazione basale' che aiutava quel ragazzo a percepirsi.
E' una situazione, che si può ricreare nella quotidianità, per aiutare le persone con disabilità grave a sentirsi, a sentirsi vivi.


La voce di chi non può parlare:
Ascoltami per favore, ascoltami con il cuore e rispondi ai MIEI BISOGNI REALI, e non a quelli che tu supponi siano i miei bisogni.
Guardami e cogli i miei segnali, perchè so farti capire come sto e di cosa ho bisogno ora.

Aiutami a percepire la mia bocca prima di darmi da mangiare, perchè io non la sento.
Aiutami a percepire i miei piedi e le mie gambe prima di mettermi i tutori o appena me li togli, perchè io non li sento.
Aiutami a percepire le mie mani e le mie braccia prima di abbracciarti, così che io possa sentirti davvero.
Aiutami a percepire il mio corpo prima di riposare, prima di sedermi, prima di cambiarmi, perchè solo così posso veramente comunicarti il mio stato, il mio stato d'animo.
Guardami negli occhi, ogni mio sorriso è la conferma che ci siamo, tutti e due, non solo tu.

Sentirmi mi aiuta a stare meglio, a relazionarmi meglio, a capire cosa sta succedendo.. io che non sempre capisco cosa accade intorno a me, perchè il mio mondo va più lento. Quando mi saluti, non faccio in tempo a risponderti, che già te ne sei andato. FERMATI E ASCOLTAMI, anche se le mie non sono parole e i miei tempi non sono quelli dei treni e delle corse:i miei tempi sono quelli di un mondo di calma, di pazienza, dove cogliere le piccole cose è importante.

Sentirmi mi aiuta a pormi nella realtà con la mia individualità e non con la mia patologia. Sono una persona, come te, con le mie difficoltà, ma anch'io voglio crescere, evolvermi e sfruttare al massimo le mie potenzialità: anche se per me significa anche solo muovere un dito o volgere lo sguardo nella giusta direzione, LO VOGLIO FARE! 

ATTIVITA' EDUCATIVA
Diario di viaggio

Ogni giorno, tra le varie attività scolastiche, dedichiamo del tempo per attività educative di stimolazione basale. Essa però, in quanto approccio educativo, ci accompagna ogni momento del nostro star insieme, perchè ormai è naturale porsi con attenzione, sia per quanto riguarda la postura corretta in ogni momento, sia per quanto riguarda le proposte di attività varie.


La persona con disabilità psicofisica grave spesso non può scegliere 'come stare' e non riesce a cambiare posizione.
E' quindi molto importante offrire un continuo cambio di posizione, perchè il movimento la aiuta a percepirsi e  a stare bene.

Avere un'attenzione rispettosa, nel muovere la persona e offrire una postura confortevole e che dia benessere, è un atto dovuto, non solo a livello professionale, ma anche umano.

Cerco sempre di comunicare con il contatto la mia intenzione: cioè, ad es. prima di spostare un braccio lo 'accarezzo' dalla spalla fino alla mano.

Le prime volte mi dovevo ricordare come fare ogni movimento, ora mi viene naturale e la risposta che ottengo è fantastica: è migliorata la nostra comunicazione, il contatto ed è tutto più facile e molto meno faticoso (quasi per niente).

Ho notato quanto sia importante rispettare i tempi anche nell'effettuare i vari movimenti.
Ad es. da sdraiato a seduto, attendere il tempo necessario affinchè lui possa orientarsi e ristabilire un equilibrio.

Questo è stato il primo passo che ho scelto, nell'introdurre la SB nelle mie giornate lavorative.
Poi mi sono dedicata a proposte di tipo percettivo delle mani, sia con il contatto diretto che con materiali sensoriali (riso soffiato ecc..)

Quando ho cominciato a sentirmi più sicura di quel che proponevo e del perchè, ho impostato delle attività strutturate:
Ho creato un setting di lavoro. 
Al mattino dalle 9.30 alle 10.30 circa, l'ora secondo me migliore per lui, per dedicarsi ad attività percettive, accendo la musica (utilizzo il computer, su youtube c'è molta scelta di musiche rilassanti) e lo aiuto a trovare un buon posizionamento supino.
Migliora in questo modo la sua capacità respiratoria, la circolazione sanguigna e anche la capacità di interagire.

Ho notato subito che creare un buon posizionamento (nella posizione supina ad es, sostenere bene la testa, le braccia, e colmare i vuoti sotto la schiena e le gambe) fa diminuire drasticamente l'ipertono, le clonie e anche le tensioni emotive.

Ho iniziato con tempi molto ridotti per dargli il tempo di abituarsi alla novità, ma a dire il vero, anch'io sento il bisogno di abituarmi piano piano, perchè i miei vissuti sono molto forti e gestirli, prendere consapevolezza, richiede tempo.
Essere professionali significa capire cosa succede dentro di noi, ma essere comunque empatici e responsabili dei propri limiti e anche delle proprie difficoltà.

Per alcune volte ho proposto solamente il posizionamento supino e ho cercato di migliorarlo.

In seguito ho lavorato sul contorno percettivo: Appoggiando coperte arrotolate su tutto il perimetro del corpo, ho cercato di aiutarlo a sentire i confini.Ho provato anche a utilizzare le palline colorate della pallestra e i valser (vedi sopra), che ho cucito e riempito di riso soffiato.
I sacchi di questo tipo si sono rivelati molto utili per il contorno percettivo di tutto il corpo. In questa immagine un es. parziale e solamente dimostrativo, di come il braccio risulti ben avvolto.





Ho notato l'importanza di comunicare verbalmente in modo chiaro ogni passaggio, e dare rassicurazione: mantenere sempre il contatto visivo e globale per cogliere ogni segnale di malessere o fastidio.
Ho ritenuto di essere sempre molto elastica nelle proposte, senza stabilire orari e tempi precisi, perchè ogni azione viene poi calibrata in base al momento e allo stato fisico ed emotivo.

I risultati che ogni giorno posso osservare sono straordinari, nel miglioramento in generale dello stato di benessere che dimostra, ma anche nelle piccole cose: sono aumentati i movimenti volontari e migliorato il modo di alimentarsi e di riposare, molto più sereni e gratificanti. 


Rifletto...
Ieri..a volte le giornate erano eterne e pesanti.  
Spesso capitava di non sapere bene cosa proporre e perchè, al di là di attività prestabilite con gli obiettivi classici sul miglioramento della comunicazione, della socializzazione..ecc..
L'attività scolastica procedeva bene, ma c'erano dei momenti in cui ci perdevamo e non riuscivamo a capire la direzione e il senso. Prove ed errori, tentativi falliti per dare risposta ai momenti di crisi. Il nostro rapporto è cresciuto e conoscendoci meglio tutto procedeva per il meglio, però non riuscivo a capire cosa mancasse. 
Spesso arrivavamo a fine giornata distrutti dalla stanchezza. Lo vedevo salire sul pulmino teso, stanco, sofferente.
Non poteva essere dovuto solo per le lunghe ore passate a scuola.
Anch'io finivo la giornata veramente a pezzi.

 Oggi..le giornate passano veloci, stancanti sì, ma intense di belle emozioni.
 Grazie al cambiamento sopravvenuto dopo la scoperta della SB, abbiamo stabilito un contatto che prima non c'era e ora sembra tutto più facile e più fluido.
Soprattutto ora, ciò che affrontiamo ogni giorno, sia nelle attività individuali che di gruppo, ha un senso per noi molto diverso da quello che aveva prima.
I momenti critici ci sono, ma è diverso il nostro modo di affrontarli.
L'altro giorno, finita la giornata, osservandolo, mentre ci salutavamo al pulmino, ho pensato:"Oggi è finita una lunga giornata di scuola: che strano, nonostante la stanchezza mi sento bene, carica e soddisfatta: ti osservo mentre sali sul pulmino, sereno, rilassato, mi sorridi...stai bene anche tu! Che gioia! Questa è la ricompensa più grande e più bella che io possa avere dalla mia Professione!"
http://www.youtube.com/watch?v=4fTpuA31zW8 

Ma allora, la SB ci sta aiutando davvero. 
Ogni giorno ci ritroviamo e poi ci congediamo con l'allegria di chi ha trovato la strada giusta.





ATTIVITA' EDUCATIVA
Diario di viaggio

Oggi ci siamo dedicati ad attività di stimolazione primaria di mani e piedi, perchè li avevi particolarmente tesi e freddi.
La mano dopo la stimolazione

Dopo aver impostato un buon posizionamento seduto, mi sono messa davanti a te e con la musica in sottofondo ho stimolato una mano e poi l'altra. 
Musica che ci piace utilizzare:
http://www.youtube.com/watch?v=YTszO9Crfhk&list=PL2BE89402A2AF3A4E 
http://www.youtube.com/watch?v=c_2Fp8wYKl8 
Prima con dei movimenti dal polso fino alle dita, poi un dito alla volta e infine passando tutto il contorno della mano. Ho usato la nostra crema, che ti piace molto, e sono stata attenta a non lasciare mai il contatto in ogni passaggio.
Abbiamo fatto la stessa cosa con i piedi, in un posizionamento supino, che per te non è mai stato facile. Ora però ci stai volentieri e ti rilassi ( per tempi brevi).

Per la prima volta non sei stato passivo, mi hai comunicato molte delle tue emozioni e mi hai stretto la mano più di una volta, come per dirmi 'ci sono'.
Grazie per quel che sai darmi, anche oggi è una giornata da ricordare.

Rifletto....
L'attività di inclusione scolastica sta procedendo con soddisfazione e ciò che facciamo con i tuoi compagni è molto bello: il nostro laboratorio è creare insieme tante cose, ma soprattutto  è stare insieme, conoscersi, aiutarsi, costruire insieme la nostra scuola.
Perchè non condividere con i compagni di classe quest'esperienza di SB?
Sicuramente può essere un arricchimento, anche per i momenti di gruppo.
Potrebbe essere l'occasione per capirsi di più, ognuno nelle proprie diversità, e avvicinare la nostra scuola, fatta principalmente di emozioni e sentimenti, alla scuola, fatta in maggior parte di lezioni e attività esperienziali, degli altri.

E allora, ecco cosa abbiamo proposto: stop alle attività manuali, inizia il 

LABORATORIO DELLE EMOZIONI.
ATTIVITA' EDUCATIVA
diario di viaggio  

Tra le varie iniziative messe in atto per una buona inclusione scolastica dell'alunno e il suo benessere all'interno della scuola, è stato attivato un laboratorio.
Viene proposto nei momenti d'interscuola  ai ragazzi della classe: si fanno insieme attività manuali nell'aula di sostegno.
Il laboratorio ha carattere volontario ed è finalizzato ad offrire momenti di gioco libero, creare occasioni di scambio tra tutti gli alunni, a creare lavori utili alla scuola.
E' impossibile favorire una buona inclusione scolastica se non si coinvolge direttamente la classe e non si costruisce con e tra i ragazzi, relazioni significative.
Si tratta di conoscersi e capire: intraprendere insieme un percorso di avvicinamento e conoscenza del mondo della disabilità. 
Credo che, per chi ha la fortuna di condividere la vita a scuola con un compagno disabile, si presenti una preziosa occasione di crescita e apertura, verso ciò che è diverso e apparentemente inaccessibile.

 Molto dipende però da chi media le relazioni, da chi, come me, fa da filtro e supporto al rapporto d'amicizia tra il ragazzino in difficoltà e il mondo che lo circonda.
'Il modo di includere' un ragazzino disabile a scuola fa la differenza sul tipo di esperienza che si propone agli altri: è una grande ricchezza e così va proposta e vissuta.

 La SB ha arricchito anche l'esperienza del laboratorio.
Ho pensato: 'Perchè non proporre ai ragazzi alcune attività, che facciamo di SB, con l'obiettivo di avvicinarli al modo di sentire e di vivere di chi non può muoversi, parlare o vedere?'
Quando ho proposto loro quest'idea sono stati entusiasti e non vedevano l'ora di iniziare.
L'abbiamo chiamato 'il laboratorio delle emozioni' perchè abbiamo lavorato sul 'sentire, percepire, sperimentare'.

COME HO IMPOSTATO IL LAVORO


Ho diviso la classe in 2 gruppi di 10 (formati da loro in modo spontaneo).
Il primo gruppo ha iniziato subito il percorso di 5 incontri di un'ora, 1 volta a settimana (durante l'interclasse del pomeriggio).
Lo spazio utilizzato è un'aula grande e luminosa, con la Lavagna Interattiva Multimendiale (LIM).
Vengono disposte delle sedie in cerchio, poi lo spazio viene modificato in base al tipo di attività proposta.

Ogni incontro aveva un tema ed è stato suddiviso in: un breve momento iniziale di riflessione, un momento di  sperimentazione e infine alla visione di un video (non sempre in quest'ordine).
E' stata utilizzata la musica e la LIM.
Ogni partecipante è invitato a portare una coperta, un cuscino, un lenzuolo e una benda (foulard). 
N.B: Devo fare un ringraziamento particolare al Consiglio di Classe e alla Dirigente scolastica, all'Istituto tutto (compresi i genitori della classe) per il sostegno e la collaborazione.
Non sarebbe stato possibile tutto questo senza la disponibilità e l'apertura dimostrate da tutti. 

1°INCONTRO
Cosa sono le emozioni? Parliamone insieme.
Ognuno cerca di dare una definizione.

Suddivisione del gruppo a coppie. Ogni coppia ha la fotocopia del corpo umano e usando anche i colori, ognuno colora la parte del corpo dove sente l'emozione (che viene suggerita dal conduttore).
Ci accorgiamo di come siamo tutti diversi e ognuno sente le emozioni e le abbina ad un colore, che è diverso dagli altri.




  Vediamo un video su youtube: 
http://www.youtube.com/watch?v=lzyvo6WvwaA
Consegna della fotocopia con la definizione di emozione. Attraverso la LIM è stato possibile utilizzare musiche e video.
Si tratta di un supporto prezioso per questo tipo di attività.

Proposta di un'esperienza:

Ognuno è bendato e seduto. Siamo tutti distanziati nella stanza e non possiamo parlare nè muoverci.
Il conduttore produce intenzionalmente dei rumori, sia delicati che forti (sbattere la porta, accendere e spegnere la musica, dire una frase o bussare ecc..)
L'esperienza dura qualche minuto.

Alla fine si condivide ciò che si è vissuto e chi vuole può preparare un diario dove potrà annotare ciò che vive, i ricordi di questo laboratorio: dalle foto, alle fotocopie (ad es. la definizione di emozione) e disegnare e colorare per personalizzarlo.


2° INCONTRO 

Sappiamo capire cosa proviamo?
All'inizio, sempre seduti in cerchio, parliamo un attimo della volta scorsa, se è piaciuto e cosa maggiormente è rimasto impresso.

Proposta di un'esperienza:

Ognuno è bendato e cammina in mezzo agli altri, senza poter muovere le mani e le braccia. Lo spazio ove potersi muovere è delimitato e il conduttore controlla la situazione.

Infine...

Ognuno prende il suo materiale, coperte e cuscino. Si spostano le sedie e ci si sdraia per terra. 
Rilassamento guidato con una dolce musica di sottofondo
  http://www.youtube.com/watch?v=44YGF9fmEEo

In conclusione si condivide quanto visualizzato e provato.



3° INCONTRO

Cosa provo quando sto vicino a qualcuno che ha delle difficoltà?
Iniziamo subito con la visione di un video
http://www.youtube.com/watch?v=AqbtiFclPEc 

Ci confrontiamo su quanto visto.

(i ragazzi riportano sempre riflessioni e commenti molto interessanti e originali)  

Proposta di un'esperienza

'Mi occupo di una persona in difficoltà'.
Il gruppo si divide a coppie (decise autonomamente), uno è l'operatore, l'altro è una persona in difficoltà: si prepara a terra 'un lettino'(con il materiale personale).

Ogni operatore deve far stare bene il compagno, che 'è nelle sue mani'.

La consegna è: aiutarlo a stare in una posizione più comoda possibile, coprirlo per non fargli sentire freddo.
Si cerca di far capire ai ragazzi quanto è importante il 'come' si agisce.
L'esercizio si svolge in silenzio con musica di sottofondo e infine c'è uno scambio dei ruoli.

4°INCONTRO

(Iniziamo sempre gli incontri seduti in cerchio.)
 Possiamo influenzare le nostre emozioni?
Confrontiamoci.
 Ad es. quando siamo tristi possiamo fare qualcosa per stare meglio? 
Vediamo un video:
    http://www.youtube.com/watch?v=2krPEwUpYTw
A volte, vedere cose allegre o dedicarsi ad attività piacevoli ci aiuta a stare meglio, e questo vale per tutti, anche per le persone con disabilità.

Proposta di un'esperienza

Il gruppo si divide a coppie. Un delle 2 persone è bendata e l'altra, fuori dalla stanza riceve la consegna di accompagnare il compagno bendato in vari modi: 
prima lo fa camminare piano, avanti e indietro, poi con passo più veloce infine lo fa girare su se stesso. Scambio di ruoli.

Al termine dell'esercizio si condivide quanto vissuto.


5°INCONTRO

Quello che percepisco cambia il mio modo di vivere?Quello che faccio percepire, cambia il modo di vivere degli altri?
 Proposta di un'esperienza 
A coppie, seduti per terra sopra la coperta.
Musica di sottofondo.
http://www.youtube.com/watch?v=Y1L8uRApYeQ&list=AL94UKMTqg-9CxvLgtPVLEHEK_wTvvFbqd
 Un persona è bendata e l'altra mette la crema sulla mano del compagno.
L'altra mano viene invece immersa nel riso soffiato al termine dell'esercizio (a cura del conduttore).
Scambio di ruoli. 

Condividiamo quanto sperimentato e concludiamo il laboratorio.

Feedback del conduttore con varie considerazioni su come è andata l'esperienza.
Consegna e compilazione di un questionario di gradimento.
Ci salutiamo con un video:
http://www.youtube.com/watch?v=dj4d8DS1NO8 
https://www.youtube.com/watch?v=-oRbADu1RZ0
QUESTIONARIO LABORATORIO DELLE EMOZIONI


1) Ti è piaciuta la proposta del lab. delle emozioni?

SI
NO
Perchè...........................................................................

2) Se sì, cosa ti è piaciuto di più?

.......................................................................................

3) Ti piacerebbe partecipare ad un altro laboratorio simile a questo?

........................................................................................
4) Ti sembra che i contenuti proposti ti siano stati utili, per avvicinarti maggiormente al mondo delle emozioni e in particolare al mondo della disabilità?
................................................................................................
5) Scrivi, se vuoi, osservazioni e suggerimenti........................................................................................................................................ 


Osservazioni 

Al termine del percorso proposto sembra di poter affermare, che si è trattato di un'esperienza significativa per i ragazzi.
Hanno saputo coinvolgersi, mettersi in gioco, anche se sottolineo che, quanto riportato, è una sintesi di quanto proposto.
Nella realtà, i 2 gruppi si presentavano molto diversi, quindi il percorso è stato condotto e tarato in base alle caratteristiche di ognuno. Perciò i 2 percorsi sono risultati diversi.
L'entusiasmo e la partecipazione dimostrata da tutti, mi hanno sorpresa e gratificata, sia per quanto è emerso, sia per la capacità che i 2 gruppi hanno dimostrato, di saper prestare comunque sempre attenzione al loro compagno in difficoltà.
Ho notato che, dopo questa proposta, la classe ha cambiato atteggiamento verso il compagno disabile.
Ora hanno una maggior considerazione, attenzione e rispetto nel porsi nei suoi confronti. Ad es. adesso quando entriamo in classe, stanno molto attenti a non fare confusione (perchè sanno che lui ne soffre e l'hanno sperimentato) e si preoccupano di lui. Prima andavano spesso richiamati e non avevano questa consapevolezza.

Nel questionario finale hanno scritto varie riflessioni molto interessanti, ne riporto alcune:
'Ho scoperto cose 'ovvie' a cui non facevo caso'
'Ho capito e imparato cose nuove e ho capito cosa può provare una persona disabile in certe situazioni'
'E' stata un'esperienza indescrivibile e fantastica'
'E' stato un modo per 'buttare' le le emozioni'
'Mi ha aiutato a esprimere le mie emozioni'
'Mi sono piaciuti gli esercizi e ho capito cose bellissime'
'Sono rimasta sbalordita da tutto quello che abbiamo fatto'
'Mi ha resa più matura e più attenta, ho imparato a essere più gentile'
'Mi sarebbe piaciuto coinvolgere di più il mio compagno'
'Mi piacerebbe proseguire con questo laboratorio'


ATTIVITA' EDUCATIVA
Diario di viaggio

Oggi, dopo aver creato un buon posizionamento supino, e il contorno percettivo di tutto il corpo, abbiamo introdotto una novità.
'Sarebbe bello riprendere a giocare a palla, ma è da un po' di tempo che le tue gambe si sono fermate.
Ricordi? Prima di essere ingessato giocavamo spesso..
Quando vedi la palla t'illumini, e allora proviamoci.'

Abbiamo lavorato con costanza, attraverso la stimolazione somatica del distretto superiore: mani, braccia, testa, tronco.
L'obiettivo è: aiutarti ad attenuare l'ipertono degli arti superiori e l'ipotono della testa per migliorare la respirazione e la deglutizione e soprattutto avere maggior controllo del tronco.
Siamo sulla strada giusta, mi sembra, visti i piccoli grandi progressi, che notiamo ogni giorno.
Ora iniziamo con calma e pazienza, a dedicarci al distretto inferiore, per vari motivi, ma noi vogliamo tornare a giocare a palla!!!! e quando ci riusciremo, faremo una festa con i tuoi compagni!!(e così avremo anche la scusa per mangiare qualcosa di buono).
Oggi ho iniziato con delle pressioni alle gambe, partendo dai piedi, prima con il sacco di riso soffiato e poi con le mani.

La tua espressione prima preoccupata e tesa, e successivamente estasiata e rilassata, mi ha dato la  misura di quanto ci sia bisogno di quest'esperienza.
Ad un certo punto ho premuto troppo e mi hai avvisato con la voce, che fino a poco tempo fa non usavi mai, se non per piangere.
Dopo i vari passaggi ti sei stancato e abbiamo smesso.

Ti ho aiutato a girarti sul fianco, poi sull'altro e infine ti sei rilassato nella posizione prona (su cui dobbiamo ancora lavorare) per qualche minuto.

Altre novità:
"La stimolazione vestibolare, che mi proponi quando sono sul sollevatore, è per me un'esperienza molto intensa ma importante.
Mi fa sentire attivo, mi fa capire che posso comunicare con il mio corpo, molte più cose di quelle che direi con le parole.
Sono attività che mi aiutano a rilassarmi, io che mi riconoscevo solo in uno stato di tensione...ora so, ho appreso che posso stare bene ed esserci anche in altro  modo..non ho più paura."

Le novità introdotte rispetto alla Stimolazione vestibolare (movimento) sono ancora 'piccole' perchè:
1) E' molto importante trovare il momento giusto.
2) E' fondamentale proporle in assoluta sicurezza (e spesso l'ambiente scolastico non lo è, per il via vai e le corse dei ragazzi)
3) Si tratta di esperienze 'forti' per entrambi, quindi voglio rispettare i suoi tempi, procedere con la massima cautela;  finchè non mi sentirò sicura e centrata, sufficientemente competente, non posso procedere.
Comunque, ho osservato quanto è rilassante per lui rimanere un po' di tempo in più sul sollevatore e fare delle piccole oscillazioni (con la mia vicinanza, in un abbraccio). E' un'attività che gli fa tornare il buonumore nei momenti di chiusura e tristezza.
Il ritorno in posizione seduta, in sedia a rotelle è molto più facile e confortevole, mentre prima, il ritorno sulla sedia, era caratterizzato molto spesso da ipertono di tutti gli arti, con conseguente spostamento in avanti del bacino e quindi sbilanciamento del tronco e della testa.
Il cuneo permette una buona posizione prona, con i dovuti accorgimenti e un agevole appoggio per braccia e mani.
 

 

Rifletto...
STABILIRE UN CONTATTO E' POSSIBILE
Con immensa gioia ho appreso che sei cresciuto di peso.
Da quando abbiamo iniziato quest'avventura i miglioramenti sono stati evidenti e sicuramente il fatto di alimentarti serenamente e con meno fatica, ti dà la possibilità di crescere.
Il benessere fisico è importante per tutti, la salute è la cosa più preziosa che abbiamo.
Riuscire ad aiutarti a star bene è una grandissima conquista, ma non è fine a se stessa.
Star bene ti permette di affrontare la quotidianità con tanti sorrisi, con disinvoltura nel vivere varie situazioni, ti permette di aprirti ad esperienze nuove, di sentirti più sicuro.

Ho compreso così l'importanza di stabilire un contatto:

"Il più grande dono
che possa pensare di ricevere
da qualche essere umano
è
di essere vista
compresa
e toccata da lui.
Il più grande dono
che possa fare
è vedere, sentire, comprendere
e toccare un'altra persona.
Quando ciò avviene
sento
che il contatto è stato stabilito."
(Virginia Satir)

Rifletto...
Credo che non avere il controllo del proprio corpo sia disarmante.
Credo che dipendere completamente da qualcun altro sia una condizione di vita delicata e difficile.
Credo che chi, come me, accompagna per tanto tempo una persona indifesa, debba ricordare ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, la responsabilità e il compito che ha.
Credo che chi ogni giorno lavora per aiutare, assistere, accudire, sostenere, educare persone in difficoltà debba sempre aver presente il perchè agisce e il come agisce.
Ci vuole calma, pazienza, Amore, Fiducia, Volontà per non scoraggiarsi e perdersi, e per credere in questa Professione così bella, così importante.
Ogni vita è un Dono, un'avventura irripetibile ed è giusto esserci tutti con le proprie differenze, pensieri, capacità e difficoltà.
E' giusto viverla tutti al massimo delle proprie potenzialità, con Gioia!

ATTIVITA' EDUCATIVA
Diario di viaggio

Oggi, dopo qualche giorno di malessere abbiamo finalmente trovato la soluzione.
Sei arrivato a scuola assente, stanco, teso. Presentavi movimenti muscolari (miocloni) frequenti ed eri piuttosto pallido.
Digrignavi i denti continuamente, in uno stato di tensione e lamento.
Ti ho osservato, ti ho parlato e ho cercato di capire quale poteva essere la risposta adeguata, per aiutarti a ritrovare uno stato di equilibrio, benessere, serenità che ti permettesse di 'tornare tra noi'.

PRIMO PASSO: Assetto posturale: Ho cercato di capire se questo disagio fosse dovuto ad una postura scorretta in sedia a rotelle.
Ti ho 'ascoltato' osservando il tuo volto, il tuo corpo e il tuo respiro.
Ho verificato la posizione del bacino, della schiena, delle gambe....ho provato a riempire i vuoti sotto l'articolazione del ginocchio e ho riappoggiato i piedi ai poggia-piedi.
La situazione non è migliorata per niente.




SECONDO PASSO: Cambio di posizionamento. Posizione supina.

Ho slacciato il busto e con i nostri sacchi, cuscini, coperte, ho creato un buon posizionamento, che non è un 'semplice metterti comodo'.

Per essere tale deve avere queste caratteristiche:
- Assenza di dolore
-Possibilità di riposo
-Simmetria (ciò che propongo alla parte destra dev'essere proposto alla parte sinistra del corpo)
-Finalizzato all'attività
-Percezione attiva: possibilità d'interazione, esplorazione, gioco.

....Ci siamo abbastanza vicini direi, ma c'è ancora molto lavoro....


TERZO PASSO: Vedendo dei miglioramenti (non digrignavi più, i miocloni spariti e il viso roseo) e, rendendomi conto che avevamo stabilito un buon contatto, ti ho proposto un'attività di percezione vibratoria, di pochi minuti, del distretto inferiore del corpo.


Non mi abituerò mai alle tue espressioni, alla luce dei tuoi occhi...sembra che la Stimolazione Basale ti aiuti a riprendere vita.

Avete presente quando dimenticate per molto tempo di dar acqua ad una pianta? La trovate appassita e spenta.
Appena la annaffiate si riprende in vigore e colore.
Ecco, è questo l'effetto che noto della Stimolazione Basale.


Ho appoggiato delicatamente le mani sulle caviglie e ho provocato delle leggere vibrazioni.
Poi ho fatto la stessa cosa con le ginocchia.
Ho concluso con delle pressioni (stimolazione somatica) su tutto il corpo partendo sempre dalle estremità e facendo attenzione al capo e al torace.

Sei tornato sulla sedia completamente cambiato.

Ti sei gustato lo yogurt, hai bevuto il succo(sorridendo con gli occhi) e hai potuto passare del tempo tranquillamente con i tuoi compagni, sia in classe che a ricreazione.
Credo che ogni ulteriore commento sia superfluo. Concludo questa giornata con un grande sorriso di soddisfazione e la felicità di vederti stare bene!!

Ciò che tu apprendi a scuola vale più di qualsiasi nozione.

Ciò che tu insegni agli altri ha un valore immenso!!


ATTIVITA' EDUCATIVA

Diario di viaggio

Stamattina abbiamo iniziato la giornata con grande fatica.

Eri insofferente e chiuso in te. Ti giravi spesso a guardare il fasciatoio e poi mi guardavi. Ho capito che volevi sdraiarti subito e ascoltare il tuo corpo, perchè il malessere che provavi ti dava tormento...anche dolore forse.
Una volta posizionato ti ho proposto alcune cose, prima delicate poi più forti.
Ti ho appoggiato i sacchetti col riso soffiato sulle gambe, dopo aver tolto i tutori, e già mi hai rivolto un bel sorriso.

Ho sostenuto le braccia con i cuscini e anche la testa.

Ti ho 'fatto sentire' le braccia, passandoci delicatamente il panno di cotone.

Ho notato che alzavi la testa e dirigevi lo sguardo in direzione delle gambe, allora ho creato il contorno percettivo e ho toccato i tuoi piedi. Appena ti ho dato questa risposta, hai fatto un grido di gioia e hai iniziato a rilassarti.

Infine ho passato delicatamente le perline sui piedi, per fornire uno stimolo più forte, e la tua espressione incredula di stupore e ascolto mi ha colpito particolarmente.



Tornato sulla sedia mi hai rivolto uno sguardo di soddisfazione. ' Ora sì che ci siamo!'

'Pomeriggio proviamo a giocare a palla coinvolgendo i tuoi compagni! Sono sicura che parteciperai attivamente e ci divertiremo molto!!'

 
Rifletto...
Come si può giocare a pallone con un ragazzino che non cammina e controlla poco i movimenti?
Quando ho notato che il pallone era un oggetto di forte interesse, sia per la forma che per i colori, e anche per il rumore che produce quando rimbalza, ho pensato che si poteva trattare di un'attività ludica molto divertente.
Ora che ho scoperto la S.B., ho capito che un gioco di questo tipo può essere anche molto motivante nell'effettuare certi movimenti.
Inoltre può essere un valido 'anello di congiunzione' per fare attività 'inclusive' con i compagni di classe.

Giochiamo in uno spazio non troppo ampio, in modo che lui non abbia difficoltà a controllare ciò che succede. Il pallone non esce mai dal suo campo visivo.
Ho notato che aiutarlo con la SB*, prima di giocare, lo aiuta a essere più consapevole dei movimenti e quindi si diverte di più (e prova maggior soddisfazione).
*Intendo: proporre la stimolazione somatica di braccia e gambe, dopo aver corretto la postura sulla sedia a rotelle.

Gli appoggio il pallone sulle gambe, glielo faccio toccare con le mani (posizionandomi dietro di lui in modo da avvolgerlo nei movimenti), glielo faccio abbracciare e poi mi allontano. 
Sto davanti a lui e aspetto che lo lanci. Ovviamente lo incito verbalmente e in sottofondo utilizzo una musica che dia energia.
http://www.youtube.com/watch?v=hGG4qvdVoUI
Con le braccia ci riesce molto bene, con i suoi tempi ovviamente.
Con le gambe sta recuperando e la SB sta dando un Grande contributo in questo.
Fino a qualche tempo fa non riusciva più a flettere il ginocchio, muoveva la gamba solo in estensione (ipertono).
Ora riesce a fare dei piccoli movimenti verso l'alto.
La Gioia che trasmette durante queste attività è impagabile!!!!

Ora vorrei provare a costruire con la classe palloni di vario tipo e di vari materiali, per offrire percezioni diverse e giocare in modo diversificato.
http://www.youtube.com/watch?v=z1GXX-icoAM&list=AL94UKMTqg-9BaEiiz5uTB5EwnHCSgvyLp 


ATTIVITA' EDUCATIVA

Faccio il punto della situazione

Tra prove ed errori, questa avventura procede con entusiasmo e soddisfazione.

Sono ancora tante le cose da imparare e sperimentare, ma fortunatamente il tempo è dalla nostra parte.
Ci siamo addentrati nel mondo della filosofia-pedagogia basale con molta calma, però abbiamo già sperimentato molte cose.
I materiali utilizzati finora per la stimolazione somatica sono:
-Il riso soffiato e il mais colorato, sia nel sacchetto che per le 'docce' (far scivolare il riso con il  bicchiere fin sulla mano).
-La crema, per intensificare la percezione di arti superiori e inferiori.
-Le palline della pallestra e i cuscini riempiti di riso soffiato per il contorno percettivo.
-Le marionette-guanti per la stimolazione somatica.



Ho cercato di proporre sempre lo stesso materiale per più volte e per periodi abbastanza lunghi, in modo da dargli la possibilità di acquisire sicurezza e rivivere l'esperienza.


Ho notato, anche osservando i suoi segnali (a volte minimi, impercettibili ma che grazie alla SB sto imparando a captarli) che il Tocco deve essere:

- abbastanza deciso
- costante e scorrevole
- senza interruzioni (mantenere sempre il contatto con una mano).

L'effetto del tocco è stimolante, ma anche stabilizzante a livello emotivo, e l'ho potuto verificare in più occasioni.

Ad es. un giorno, che ho notato in lui uno stato di tensione e di ansia particolare, con la stimolazione somatica di tutto il corpo ho osservato il cambiamento in positivo dello stato emotivo. 

Non ci siamo ancora addentrati nello sperimentare la  
stimolazione vibratoria. I motivi sono principalmente 2: 
- proposta graduale di Sb per evitare esperienze 'troppo forti troppo presto'.
rispetto dei SUOI tempi e quindi programmazione delle proposte in base a ciò che lui richiede (nel rispetto dei suoi bisogni reali).
Ho notato comunque, che l'esperienza vibratoria è molto apprezzata: appena gli ho proposto delle leggere vibrazioni partendo dalle caviglie fino a interessare tutto il corpo (vibrazioni dal ginocchio, dai polsi, dalle spalle e dalle anche) si è messo subito in attento ascolto.
Provare cosa si sente 'dentro' è una forte novità per lui e fa parte dei nostri programmi futuri.


La stessa osservazione vale per la
stimolazione vestibolare. Ho provato a proporre piccole esperienze: il dondolio sul sollevatore, alcuni movimenti 'su e giù' nella pallestra, ma non sono andata oltre, sia perchè ancora devo acquisire e capire delle informazioni che mi mancano, sia perchè si tratta di attività molto faticose da gestire da sola.
Ho ancora molti dubbi e incertezze e visto che si tratta di un 'lavoro' molto delicato, cerco di procedere a gradi e con molta cautela.
Anche questo aspetto però, fa parte dei nostri programmi futuri.

 
ATTIVITA' EDUCATIVA
Diario di viaggio

Abbiamo cominciato a lavorare sul posizionamento prono.
Non è molto facile per te, perchè ho notato che ti crea problemi nella respirazione e nel controllo del capo.
Aiutando però l'allineamento di tutto il corpo, partendo da gambe e bacino, la situazione già migliorava.
Il contorno percettivo ti ha sostenuto, nel rilassare l'ipertono anche degli arti superiori, e alla fine, con l'aiuto di pressioni degli arti e stimolazione di schiena, spalle e collo, sei riuscito a metterti in ascolto del tuo corpo, a stare comodo, a interagire con me con dei gran sorrisi.
Avevi poi voglia di muoverti, alzavi il bacino e cercavi di alzare la testa, spingendoti con le braccia.
Questi movimenti volontari sono grandi progressi e  ti danno una grande soddisfazione: lo esprimi con gli occhi e con la voce.
Si è instaurata quasi subito tra noi, una comunicazione molto buona, tanto che appena ti toccavo una gamba la muovevi. Ti toccavo l'altra e la muovevi.
Abbiamo dialogato attraverso i tuoi 'vocalizzi', che ti rimandavo nel modo più simile possibile. Questo ti divertiva molto.
 
Lavoreremo ancora su questo posizionamento, soprattutto perchè ti dà la possibilità di riposare nei momenti di maggior stanchezza e tensione.

N.B.:PRECISAZIONE DOVEROSA
Questo diario di viaggio testimonia in modo superficiale, un percorso personalizzato per il ragazzo che accompagno.
Le mie competenze in merito alla Stimolazione Basale sono sufficienti per impostare un lavoro cosciente e attento, ma la strada è ancora lunga.
Devo ancora approfondire molto e documentarmi, ma SOTTOLINEO FORTEMENTE che c'è molta 'meditazione', attenzione, rispetto e programmazione in quello che sto portando avanti.
Per ovvi motivi e per scelta personale, su questo blog documento solo in parte il progetto che sto operando e in modo anche non molto ordinato.
Nessuno può improvvisarsi capace di proporre tale approccio educativo, se non possiede le minime competenze e la minima consapevolezza di ciò che sta facendo!.
Ad es. per quanto riguarda la stimolazione somatica della schiena è importantissimo sapere come procedere e sapere anche che tipo di percezione si offre toccando una parte o l'altra.
Sperimentare su di sè è essenziale per sapere cosa prova l'altro!!!!!  

Rifletto...
Quando una persona vive con una disabilità grave, molto spesso convive con il dolore.
Qualsiasi aiuto, sostegno, intervento per superare i dolori e fastidi sono fondamentali per poi poter vivere una vita serena.
Nessuno di noi riesce a fare, lavorare, uscire, relazionarsi, quando sta male.
Di questo aspetto spesso non viene tenuto conto e si pretende che questi ragazzi vengano a scuola, partecipino e stiano con gli altri anche se stanno male.
E' un Diritto di tutti il benessere, il soddisfacimento dei bisogni primari e di tenerezza, vicinanza fisica, autoaffermazione, comprensione, stima di sè...
E' un Diritto di tutti essere 'trattati' con rispetto e ascolto, con la massima cura.
La Stimolazione Basale è davvero un risposta possibile ai bisogni esistenziali di persone così delicate.


ATTIVITA' EDUCATIVA
Diario di viaggio

Il movimento è una componente fondamentale della nostra vita. 
La vita è movimento.
Stiamo cominciando a prendere confidenza con la stimolazione vestibolare, perchè noto quanto ne ha bisogno, e devo dire che i risultati sono sorprendenti.
Per riprendere contatto con se stesso nei momenti in cui è particolarmente scarico le proposte di questo tipo lo aiutano molto.
Sono 2 le esperienze che ho introdotto:
Inizialmente sul tappeto morbido seduta con lui rannicchiato davanti a me con il viso rivolto in avanti (posizione Jonas).

 
Avvolgendolo da dietro ho proposto pressioni e dondolii. 
Ho subito notato un miglioramento dell'ipertono e dei movimenti involontari. Rimaneva in ascolto anche per qualche minuto.

L'altra esperienza un po' più ludica ed energica l'ho proposta sul sollevatore.
Ho creato un buon posizionamento (per quanto possibile con l'imbrago) e un buon sostegno della testa e delle gambe.

http://www.youtube.com/watch?v=cSnkWzZ7ZAA&list=RD02CGX94LH_Jm0

http://www.youtube.com/watch?v=rkvn52YD7es

Dopo aver avviato queste musiche mi sono posta davanti a lui e ho provocato dei movimenti ritmici, seguendo la musica prima abbracciandolo e poi facendo oscillare il braccio del sollevatore.
Ho prestato moltissima attenzione ai suoi segnali, in quanto si tratta di un'esperienza particolarmente intensa.
Ho iniziato con tempi brevissimi per non stancarlo, ma gli è piaciuto tantissimo. 
Le urla di gioia e gli occhi che brillavano, la voglia di muoversi da solo e di farsi coinvolgere dalla musica, mi hanno dato la misura di quanto s'è divertito ed è stato bene in modo adeguato.
Il ritorno in sedia a rotelle mi ha fatto capire quanto la stimolazione vestibolare lo aiuti a percepirsi (perchè forte a livello sensoriale) e gli dia gioia e carica.
 Il divertimento crea motivazione e ci aiuta a stabilire un contatto, nel quale posso aiutarlo a far uscire il meglio di sè a livello comunicativo e di autoaffermazione.

Gli ho chiesto spesso se volesse smettere o meno, e quando ha detto basta ho avviato una musica rilassante e l'ho riportato in situazione di calma. 

 
Rifletto...
La stimolazione basale è un approccio educativo impiegato anche da personale ospedaliero, nell'ambito della cura di varie patologie (anche per persone in stato di coma-vegetativo).
E' molto interessante quello che ho letto qua e là, su questo tipo di lavoro, ma non mi dilungo perchè ne so pochissimo, non essendo il mio ambito.
Però, mi ha fatto riflettere una situazione che ho potuto osservare qualche giorno fa.
Ero in una corsia d'ospedale e nella sala d'attesa con me c'era una signora con la madre molto anziana, in carrozzina: stavano aspettando l'ambulanza per andare via.
Quando sono arrivati gli accompagnatori, uomo e donna, ho notato che il mio modo di osservare la scena è molto diverso ora, da qualche tempo fa (prima di conoscere la SB).
I due infermieri, soccorritori (non so il loro ruolo), sono stati bravissimi, molto gentili, attenti, premurosi, nello spostare la signora dalla sedia alla carrozzina, per il trasporto in ambulanza.
Nonostante ciò, la signora si è irrigidita, urlava e ha avuto molta paura.
Io non posso sapere se con un modo diverso, la signora avrebbe vissuto quello spostamento in modo più sereno, ma sicuramente se loro avessero comunicato con lei con il corpo anticipando l'esperienza (agira in 'modo basale'), avrebbero fatto meno fatica, ma principalmente lei sarebbe stata bene.
Al di là delle mie osservazioni, personali, soggettive e magari sbagliate, quel che mi ha colpito maggiormante è stato il MIO MODO DIVERSO DI OSSERVARE, LEGGERE E RIFLETTERE SU QUELLA SITUAZIONE.
Sarebbe veramente utile che, chi svolge lavori di assistenza e cura, sapesse cosa fa e perchè e soprattutto provasse su di sè ciò che prova l'altro.

CONCLUDO......SENZA CONCLUDERE

Stiamo arrivando al termine di quest'anno scolastico.
E' stato un anno intenso, ma molto positivo.
L'esperienza che abbiamo vissuto grazie alla Stimolazione Basale ci ha permesso di affrontare le giornate di scuola con leggerezza superando tutti i momenti difficili e godendo dei momenti piacevoli.
Se ci fosse maggior attenzione verso che è costretto in carrozzina, o comunque in una condizione svantaggiata, la quotidianità sarebbe più serena per tutti.
L'ATTENZIONE a cui mi riferisco non è un semplice 'assistere, cambiare, alimentare, coccolare'. E' un'attenzione che va oltre e che risponde ai bisogni reali dei 'nostri' ragazzi.

Non è umano lasciare una persona su una carrozzina per 8 ore di seguito.
Chiedersi qual'è il REALE bisogno di quella persona è il primo passo per aiutarla in un percorso di evoluzione, di auto-affermazione.

Non è umano pretendere che una persona faccia solo quello che si aspettano gli altri, anche quando sta male, ha fastidio e non può dircelo per sua incapacità o perchè noi non le abbiamo dato i mezzi adeguati per esprimersi.

Penso che una scuola davvero accogliente e inclusiva, sia quella scuola dove le persone non si stancano mai di chiedersi, di lottare, di cercare, di dare risposte, di mettersi in discussione, per il bene dei ragazzi, di tutti i ragazzi, in particolare di quelli che hanno difficiltà.

Concludo...ma senza concludere perchè credo che la strada intrapresa ci potrà portare molto lontano, sia che proseguiremo insieme, sia che proseguiremo in direzioni diverse.


Ringrazio di cuore Luca Scarpari, che nonostante i suoi numerosi impegni riesce sempre ad esserci.


THE END